Ci ho messo un po’ a scrivere questa prima newsletter perché avevo paura di cambiare idea. E se dovessi scrivere qualcosa in cui tra un po’ di tempo non mi riconoscerò più? D’altronde ogni anno che passa mi guardo indietro e mi rendo conto di quanto sono cambiata, per cui trovo abbastanza inevitabile che succeda. Poi mi sono chiesta, ma perché cambiare idea dovrebbe essere una tragedia?
Nel mondo dei social spesso ci imbattiamo in dichiarazioni di una certezza assoluta, in cui alcune persone sembrano esauste a forza di spiegare agli altri come dovrebbero vivere. E così frasi come “non ho tempo per educarti” e “non è mio compito spiegarti le cose”, si intervallano a consigli di vita dati in pochi secondi di story in risposta a un box domande.
Questo periodo di allontanamento dai social penso sia dovuto anche a questo, alla presunzione con cui spesso si sentono esprimere opinioni online. Se qualcuno non la pensa come noi o ha un’opinione che si discosta anche solo leggermente dalla nostra, diventa un nemico da bloccare, unfolloware o addirittura attaccare in una crociata di insulti.
Certo, alcune persone conoscono effettivamente un dato argomento più di altri. Capisco che possano sentirsi frustrate sentendo circolare informazioni false o scorrette su quel tema e che possa venire automatico rispondere con aggressività.
Ma siamo sicuri che, se fossimo cresciuti in un altro contesto, la penseremmo allo stesso modo? O che in alcuni casi una visione diversa non ci permetta di ampliare la discussione e imparare comunque qualcosa?
Spesso confondiamo quello in cui crediamo per quello che siamo.
Questo comporta un grosso effetto collaterale: quando le nostre idee vengono attaccate, ci sentiamo attaccati personalmente e, quando non condividiamo le idee altrui, finiamo per criticare la persona anziché discutere dell'idea stessa.
Legare la nostra identità alle nostre credenze è pericoloso perché rischiamo di innamorarci così tanto di quello che pensiamo da non sopportare di poter cambiare idea, aggiornare le nostre credenze e il nostro modo di pensare anche quando ci rendiamo conto di avere torto. Distaccarsi dalle proprie credenze significa mantenere la chiarezza mentale e l’umiltà necessaria per riconoscere di aver cambiato idea, di aver capito male qualcosa, di non aver avuto gli strumenti necessari per capire un certo tema prima di quel momento.
Nella bolla in cui si parla di sostenibilità sui social, ad esempio, questo meccanismo ritorna spesso. Quando divulgatori scientifici sfatano falsi miti sulla sostenibilità, che magari circolavano da anni, vengono attaccati da tantissime persone che si sentono offese e attaccate personalmente, semplicemente perché non vogliono accettare di essersi sbagliate.
Julia Galef nel suo “The Scout Mindset” spiega questo concetto parlando di mentalità da esploratori e da soldati: i soldati difendono a spada tratta le proprie opinioni, gli esploratori rimangono aperti e sondano il territorio con apertura e curiosità, a prescindere da quello che sperano di trovare.
In un mondo in cui tutti sono fin troppo sicuri di sè, ammiro l'onestà di chi ammette di non sapere, di aver cambiato idea o di aver bisogno di fare ulteriori ricerche per rispondere a una domanda. E mi fa aumentare istantaneamente la fiducia nella persona che ho di fronte perché capisco che non sente il bisogno di impressionarmi.
Per cui sì, sicuramente rileggendo questa newsletter tra un anno o anche solo tra pochi mesi mi renderò conto di quante cose sono cambiate e di quanto io sarò cambiata nel frattempo, ma va benissimo così.
📌 Rompere la bolla
Credo che una dei motivi principali della presunzione di aver sempre ragione sia frequentare, online e non, solo persone che la pensano come noi. Sentirsi ripetere ogni giorno le stesse cose ci fa sembrare certe informazioni ovvie e scontate, perfino vere quando potrebbero non esserlo.
Ecco alcune risorse interessanti sull’argomento:
Come uscire dalla propria bolla secondo il Post
Il subreddit Change My View in cui le persone condividono le loro opinioni e chiedono agli altri di spiegare perché potrebbero avere torto
The work required to have an opinion sulla necessità di saper argomentare contro se stessi meglio di quanto possano fare gli altri
Perché seguire persone con cui non siamo d'accordo di Beatrice Zacco
The Difference Between Open-Minded and Closed-Minded People
📚👀🎧 Letto, visto, ascoltato
Il libro “Se pianto un albero posso mangiare una bistecca?” di Entropy for life: un libro che ho divorato e che spiega la complessità dei problemi ambientali che dobbiamo affrontare, consigliatissimo
Il libro "The Scout Mindset" di Julia Galef, che parla sulla differenza tra "mindset da soldato" e "mindset da esploratore", sottolineando l'importanza di vedere le cose come sono e non come vorremmo che fossero (il libro da cui ho preso spunto per la newsletter)
Il podcast di Pablo Trincia Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps e la serie Per Elisa - Il caso Claps su RaiPlay
Se anche voi avete un cassetto con cellulari vecchi e batterie inutilizzate, questo podcast spiega cosa farne - I RAEE sono i tesori nascosti nelle nostre case
Ma quanto è difficile assistere a un vero dibattito? Ecco un video sulle fallacie argomentative più comuni
🧶✂️ Brand del mese
Il primo progetto di cui vorrei parlare è Laurels Apron, brand che ho avuto modo di indossare e di conoscere da vicino per un paio di shooting. Dietro al brand ci sono Laura e Paolo, due persone appassionate che mettono davvero il cuore in quello che fanno e che curano il loro progetto con una cura e un’attenzione incredibili. Realizzano grembiuli e vestiti in tessuti naturali, pensati per artigiani contemporanei. Li trovate qui:
📅 Eventi
🌍 Sabato 25 e domenica 26 novembre sarò ai Circular Days di Green Pea a Torino, un evento per avvicinarsi al mondo della circolarità attraverso talk, incontri, swap party e workshop. Ecco un po’ di attività interessanti a cui parteciperò:
➡️ Morning Yoga Retreat con Ciaomondo: sessione di Energy Yoga Flow & Face Yoga - Sabato 25 dalle ore 10.30 alle 12.30
➡️ Circular fashion power: talk & swap party con Atelier Riforma - Sabato 25 dalle ore 15.30 alle 18.30
➡️ Presentazione del libro “Quello che sai sulla plastica è sbagliato” con Ruggero Rollini, Stefano Bertacchi, Simone Angioni. In dialogo con loro, Silvia Moroni - Sabato 25 dalle ore 18.30 alle 19.30
Per chi non vive a Torino o non può passare, vi anticipo che farò una piccola serie di interviste ai brand presenti all’evento in collaborazione con Green Pea, le troverete nelle mie stories su Instagram!
🛍️ Prossimi mercatini a Torino
➡️ 26 novembre "Mercanti in Piazza" 📍Piazza Madama Cristina
➡️ 3 dicembre "Il Libro Ritrovato" 📍Piazza Carlo Felice, via Roma
➡️ 3 dicembre "Antiquariato Minore di Piazza Vittorio" 📍Piazza Vittorio Veneto
➡️ 10 dicembre Gran Balon 📍Borgo Dora
➡️ 17 dicembre "Il Vintage della Gran Madre" 📍 Piazza Gran Madre
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Prontissima per i mercatini 🙋🏼♀️